Michele Apicella è stato un rinomato collezionista napoletano, la cui raccolta era già famosa ancor prima di essere venduta all'incanto nel maggio 1950. Esposta nel salone della galleria del "Parnaso" essa si presenta come un tributo all'arte dell'Ottocento, con alcune opere di artisti contemporanei. Si rintracciano, infatti, Cammarano, i fratelli Palizzi, De Nittis, Rossano, Toma, Mancini, Migliaro, Irolli, Dalbono, Casciaro e tanti altri. Tra gli artisti delle ultime generazioni, tra cui Viti e Brancacccio, spicca la figura di Luigi Crisconio, di cui Apicella si rivela essere un grande amatore.
Il catalogo espone la raccolta d'arte appartenuta al Conte Giuseppe Matarazzo di Licosa, noto collezionista napoletano. Le sue opere delineano una parabola storico-artistica a partire dal Quattrocento per giungere al Settecento, toccando artisti noti ed emblematici delle varie correnti artistiche.
Nel novembre del 1942 si disperdeva la pregievole raccolta di M. De Feoli, una collezione di dipinti dell'Ottocento smembrata in quattro tornate di vendita. Profondo conoscitore e irrefrenabile amatore, De Feoli raggruppò pazientemente opere dei più importanti e significativi artisti del XIX secolo, espressione massima di quell'arte italiana formatasi a ridosso dell'unità politica. Si rintracciano Mancini, Palizzi, Bianchi Fattori, Gioli, Conconi e tanti altri nomi che definiscono la parabola dell'arte italiana dell'Ottocento.